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Come si sviluppano le onde d’urto
Le onde d’urto radiali sviluppano una grande quantità di energia tramite onde di tipo acustico che viaggiano nei tessuti, innescando una serie di reazioni biologico cellulari.
Il meccanismo su cui si basa l’effetto curativo si esplica attraverso due fenomeni: la cavitazione, fenomeno che porta alla formazione di bolle gassose all’interno di una soluzione liquida le quali poi implodono dando luogo al classico rumore del clack; il fenomeno della riflessione ovvero il cambio di direzione dell’onda all’impatto con materiale di tipo riflettente soprattutto nei punti di cambio tra tessuti miofasciali e tessuti scheletrici.
Il risultato della combinazione di questi due fenomeni è l’incremento della vascolarizzazione nei punti trigger del dolore in quanto vi è una maggiore attivazione delle fibre nervose di tipo simpatico soprattutto a livello delle membrane cellulari.
Tutto ciò porta alla formazione di sostanze antinfiammatorie che hanno lo scopo di rimuovere tutti quei componenti di tipo infiammatorio e bloccare la conduzione dell’impulso dolorifico a livello midollare creando nuovi vasi tramite il processo della neoangiogenesi.
Onde d’urto controindicazioni
Le controindicazioni alle onde d’urto radiali riguardano tutte quelle persone portatrici di pacemaker, che presentano patologie tumorali, oppure patologie che riguardano la coagulazione del sangue, tagli nella zona di applicazione, cartilagine di accrescimento.
Il campo di applicazione delle onde d’urto è molto ampio spaziando da patologie di tipo miofascali a quelle scheletriche.
Non è un vero e proprio effetto collaterale, ma alcuni pazienti, durante la terapia, provano un leggero dolore. Questo sintomo è ovviamente passeggero e l’intensità dello stesso è soggettiva. Alcuni pazienti, durante l’esecuzione della terapia, lo percepiscono anche ad intensità particolarmente bassa, mentre altri riescono a sostenere una soglia di intensità maggiore senza percepire dolore.
Tra le affezioni di tipo scheletrico ricordiamo:
- spine calcaneari
- calcificazioni della spalla
- ostecondrosi
- ritardi di consolidazione
- necrosi
- epitrocletiti
Tra le affezioni di tipo miofasciale ricordiamo:
- capsuliti
- fasciti plantari
- miositi ossificanti
- strappi muscolari
- fibromatosi
- tendiniti come quella del rotuleo
- tendinite della zampa d’oca
- tendinite trocanterica
- tendinite achillea.
Come utilizzare le onde d’urto radiali
Generalmente le onde d’urto radiali vengono fatte all’interno di un ciclo di circa 5-10 sedute a seconda della patologia e di un’eventuale prescrizione medica.
Ogni sessione dura all’incirca dai 10 ai 20 minuti max salvo casi particolari. La cadenza viene generalmente stabilita dal fisioterapista.
L’uso del ghiaccio post terapia da onde d’urto non è consigliato cosi come l’utilizzo di antianfimmatori.